Quotazioni delle materie prime in continua escalation, scorte ai minimi con consegne e produzioni a rischio stop. E ancora trasporti in panne, sospesi tra prezzi alle stelle e ritardi. Queste le condizioni che le aziende operanti in larga parte delle filiere produttive italiane ed europee si trovano ad affrontare in questo 2021, all’indomani della prima devastante ondata pandemica.
All’analisi di questo scenario, la Camera di Commercio di Brescia ha dedicato un webinar di approfondimento dal titolo «Materie prime e trasporti internazionali: prezzi e costi alle stelle, prospettive e possibili soluzioni», tenutosi venerdì 18 giugno, al quale ha partecipato, in qualità di relatore, il presidente di Confapi Maurizio Casasco, in un dibattito alla presenza di figure istituzionali e del mondo della politica.

All’allarme lanciato dal presidente della CCIAA di Brescia Roberto Saccone, Casasco ha risposto ricordando come Confapi, da quasi un anno, stia lavorando nelle sedi istituzionali italiane ed europee per alzare l’attenzione su questa condizione. «Lo scenario attuale è la conseguenza della struttura dell’Ue, che non conta sull’azienda di Stato come in Cina e non ha la velocità di risposta degli Stati Uniti – ha affermato Casasco -. Questi temi erano altamente prevedibili: lo dice la nostra azione, partita già molto tempo fa, così come le denunce che nel tempo abbiamo presentato per pratiche unfair di alcune grandi aziende che operavano condotte speculative ai danni delle nostre imprese nazionali». Secondo il presidente di Confapi, oltre alla difficilissima congiuntura che comprime la marginalità delle imprese, fiaccando il business, «c’è il rischio che il problema diventi strutturale». Il numero 1 di Confapi, inoltre, riferendosi alla siderurgia e alla metallurgia – settori tra i primi ad essere colpiti e alla base di numerose altre filiere produttive – auspica «un’azione rapida del Governo affinché si possano istituire barriere all’export di rottame della durata di almeno un anno e, al contempo, che l’Europa sospenda le quote all’import di prodotti siderurgici in quanto quelle misure, attivate nel 2018 sulla base di conduzioni congiunturali specifiche, vedono oggi scenari completamente diversi, con presupposti totalmente cambiati». 

Casasco, inoltre, ha espresso una necessità stringente, fondamentale per evitare la cronicizzazione di queste criticità: «Il nostro sistema continentale deve diventare autonomo – ha affermato con decisione Casasco -: non possiamo esporre la nostra manifattura a questi rischi, a questa fragilità».