La BCE nella sua ultima sessione ha dichiarato di aspettarsi un’inflazione complessiva in media del 5,4% nel 2023, del 2,7% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026, una “revisione al ribasso” per il 2023 e il 2024 rispetto alle proiezioni di settembre. La BCE ha inoltre annunciato una modifica al restante programma di acquisto di obbligazioni, cedendo alle richieste dei membri aggressivi del suo consiglio direttivo di interrompere gli acquisti prima del previsto.

Su scala globale, alla fine del 2023, sembra che i mercati abbiano tratto le proprie conclusioni, in generale ignorando le preoccupazioni di un “atterraggio duro” in cui i tassi elevati spingerebbero le economie verso una recessione. L’inflazione è diminuita in molte regioni, mentre i dati indicano un rafforzamento dell’economia statunitense e del mercato del lavoro . L’S&P 500 è cresciuto di circa il 23% nel corso dell’anno, mentre il Nasdaq, ad alto contenuto tecnologico, è cresciuto del 41%. Nelle economie industriali ora il problema chiave è evitare che a trainare il calo dei prezzi sia una deflazione da blocco dei mercati dei beni dopo l’inflazione trainata da caro energia e conseguenze della crisi delle materie prime. Per l’Europa l’attenzione è rivolta particolarmente al netto taglio delle previsioni di crescita tedesche fino al 2024 da parte della banca centrale del paese, hanno evidenziato un’ulteriore debolezza nell’economia della zona euro , che si è contratto dello 0,1% nel terzo trimestre dopo essere rimasto stagnante per gran parte di quest’anno.

  • Per l’industria bresciana l’impatto delle conseguenze della situazione sia italiana che internazionale è attualmente delicata, influenzata da una serie di fattori in larga parte ereditati, tra cui l’onda lunga della crisi energetica, un’alta inflazione e rallentamenti industriali. A ciò si aggiunge l’effetto duraturo della fine delle clausole europee, che precedentemente concedevano ai Paesi una certa flessibilità sulle regole di investimento e offrivano una sorta di amnistia al Patto di Stabilità. Il tema dell’adattamento alle mutevoli contingenze e alla “nuova normalità” ha influenzato il sistema produttivo e nel 2024 due fattori saranno da tenere d’occhio. Da un lato, la prospettiva di una diminuzione di tassi e rincari dell’inflazione giocherebbe positivamente a favore delle dinamiche produttive bresciane. Ma resta la grande nube del primo mercato di sbocco, quello tedesco. Che non sembra destinata a fuggire rapidamente…