La COP28 degli Emirati Arabi ha stabilito un nuovo obiettivo globale per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Fortemente sostenuto dall’UE, l’obiettivo mira a triplicare la capacità di energia rinnovabile portandola a 11 TWh e raddoppiare i miglioramenti in termini di efficienza energetica entro il 2030, dopo che il recente accordo tra Stati Uniti e Cina al vertice Biden-XI  ha segnalato una rinnovata cooperazione tra i due maggiori inquinatori del mondo. Anche i leader del G20 sono favorevoli all’adozione globale delle energie rinnovabili La Dichiarazione di Nairobi, adottata a conclusione del Summit africano sul clima di settembre, indica che i leader africani ora hanno l’obiettivo di raggiungere 300 GW di capacità di generazione di energia rinnovabile per l’Africa entro il 2030. Ovunque, nel mondo, sostenibilità va di pari passo con industria nel ragionamento dei decisori. L’Agenzia Europea dell’Ambiente, a valle del COP28, ha riportato un significativo studio che mette le politiche industriali, gli approvvigionamenti di materiali critici e le prospettive strategiche della manifattura al centro del Green Deal. Nel rapporto si legge che in Europa sarà vitale “trovare un nuovo modo per mantenere alto lo slancio politico per l’agenda verde e garantire che gli obiettivi e gli strumenti esistenti siano implementati non sarà banale. Forse puntare i riflettori sulla dimensione macroeconomica della transizione verde potrebbe essere d’aiuto. La competitività industriale dell’Europa deve essere rafforzata – a partire dalle tecnologie pulite – in un panorama internazionale caratterizzato da politiche industriali più aggressive. Allo stesso tempo, l’”autonomia strategica aperta” dell’Europa deve essere salvaguardata: la dipendenza dalla Cina, e da partner internazionali forse inaffidabili in un’ampia gamma di tecnologie strategiche e materie prime critiche, ha raggiunto livelli allarmanti”

  • Per la provincia di Brescia, il tessuto imprenditoriale lombardo e il sistema-Italia la svolta ha una valenza pratica e ideale. Sul fronte pratico, si conferma la bontà del percorso di efficienza e ottimizzazione del capitale industriale in direzione delle logiche della transizione energetica. Sul fronte ideale, è un dato di fatto positivo, da salutare che l’industria europea, la più decarbonizzata e efficiente su scala planetaria, sia chiamata in causa come uno dei possibili risolutori di queste grandi problematiche globali e non come una dei “colpevoli”. Una piccola, grande rivoluzione che coglie gli stimoli della realtà concreta. E delle sfide del Vecchio Continente.