La guerra in Ucraina appare in una fase di congelamento, tanto che la decisione europea di accelerare il percorso per l’apertura dei negoziati a Kiev pare come un “salvacondotto” comunitario dopo il graduale esaurimento del sostengo a oltranza promesso. Tanto a Bruxelles quanto a Washington. Nella giornata di giovedì 14 dicembre i leader dell’UE hanno raggiunto un accordo per aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina, un passo che apre la strada al paese per avviare formalmente il processo per raggiungere i traguardi necessari per aderire al blocco. Ma non sono riusciti ad adottare un pacchetto cruciale di sostegno da 50 miliardi di euro per Kiev, su cui ha posto il veto il primo ministro ungherese Viktor Orbán. L’esito agrodolce del vertice aumenta ulteriormente l’incertezza sul continuo sostegno finanziario dell’Ucraina da parte di Europa e Stati Uniti, dopo il suo tentativo, in gran parte fallito, di riconquistare territorio La Russia quest’autunno e la promessa di Mosca di continuare a combattere finché non prevarrà sul Paese.

  • Per l’industria il 2024 sarà ancora un anno sull’ottovolante: la “mina” del rischio geopolitico non è ancora rimossa. Anche se gli alti depositi, il decoupling energetico da Mosca e il clima favorevole hanno protetto le disponibilità invernali sul gas. Sul fronte ucraino, un accesso di Kiev all’Unione Europea avrebbe conseguenze potenzialmente dirompenti in termini di costo del lavoro, accesso di prodotti in settori dal meccanico all’agroalimentare a prezzi bassi al mercato unico e trend demografici. Ma ad oggi, per lunghi anni, non resterà che un caso di studio: la priorità appare capire come finirà una guerra prossima al secondo anniversario.