Quasi un decimo del Pil italiano: a tanto ammontano, secondo i dati Eurostat dell’ultimo biennio, gli extra-costi dell’economia europea per le forniture di gas. 185 miliardi di euro: il conto di due anni di tempesta energetica sul gas per l’Europa e il costo del decoupling dalla Russia è stato salatissimo.

I dati Eurostat parlano chiaro: le potenze atlantiche e dell’Anglosfera sono le vincitrici della battaglia energetica scaricata a terra dall’invasione russa dell’Ucraina. E l’Europa, a cominciare dal suo epicentro politico, la Germania, è la grande sconfitta. 53 miliardi agli Usa, 27 al Regno Unito e 24 alla Norvegia: tre potenze atlantiche e antirusse hanno ottenuto il 56% dei proventi da rincari energetici per le forniture all’Europa rispetto al prezzo medio. La Russia pur con soli 14 miliardi ha comunque incassato di più per l’effetto del boom dei prezzi del 2022 nonostante la perdita di oltre il 50% delle forniture all’Europa.

L’Algeria e il Qatar, a loro volta, hanno approfittato della svolta energetica dell’Unione Europea con 21 e 14 miliardi di euro di extraprofitti rispetto al biennio precedente. Togliendo la Russia, i primi cinque Paesi extra-Ue assommano circa il 75% degli extraprofitti energetici che il Vecchio Continente ha garantito al resto del mondo. Un debito di competitività accumulato, quello espresso da tali dati, che farà sentire il suo peso a lungo.