Joe Biden mette in crisi l’Europa sul Gas naturale liquefatto? Il 26 gennaio, la Casa Bianca ha annunciato una sospensione totale dei permessi di esportazione in sospeso per il Gas Naturale Liquefatto (GNL) prodotto negli Stati Uniti, con l’obiettivo di valutare nuovi criteri che considerino l’impatto del cambiamento climatico prima di rilasciare ulteriori approvazioni. Secondo quanto riportato dal Guardian, questa pausa potrebbe protrarsi oltre le elezioni presidenziali di novembre e potrebbe mettere a rischio il futuro di numerosi terminali di esportazione di gas lungo la costa del Golfo del Messico.

Il Presidente Biden ha espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che l’avanzamento di tutti i progetti GNL proposti e la conseguente spedizione del gas all’estero potrebbero portare a una produzione di 3,2 miliardi di tonnellate di gas serra, cifra paragonabile alle emissioni totali dell’Unione Europea. Questo scenario contraddirebbe gli obiettivi precedenti di perseguire la strategia di dominio energetico, sostenuta dall’amministrazione precedente di Donald Trump, che mirava a legare l’Europa agli Stati Uniti dopo la diminuzione della dipendenza dal gas russo. Tale situazione sarebbe anche in contrasto con gli investimenti pianificati da importanti attori finanziari come BlackRock e Vanguard nel settore del GNL.

Le esportazioni di GNL dagli Stati Uniti verso l’Europa sono notevolmente aumentate negli ultimi anni, passando da 21,8 miliardi di metri cubi nel 2021 a 55,7 miliardi di metri cubi nel 2022 e 62,9 miliardi di metri cubi nel 2023, secondo i dati di S&P Global.

L’Europa è diventata la destinazione principale di queste esportazioni, rappresentando il 64% del totale nel 2022, con un trend in crescita anche nell’anno successivo. In particolare, quattro paesi – Francia, Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi – rappresentano complessivamente il 74% del totale.

La decisione di Biden di bloccare nuovi progetti di esportazione di Gnl spiazza ulteriormente l’Europa e chiama a un’azione diretta sul tema energetico per affrontare la cronica dipendenza energetica del Vecchio Continente. Solo poche settimane fa, Ditte Juul Jørgensen, commissaria europea per l’Energia, aveva sottolineato l’importanza del GNL americano per l’Europa, affermando che sarebbe stato necessario per decenni. Nel luglio scorso, per la prima volta, le forniture di gas in Europa tramite rigassificatori hanno superato quelle tramite tubi, evidenziando l’importanza crescente del GNL nel mercato energetico europeo. Ora tutto è nella più nera incertezza. E per l’Europa dopo questo inverno il tema delle nuove forniture si imporrà come esiziale in vista della somma tra la rottura del legame con la Russia e l’incertezza sul futuro vincolo con gli Stati Uniti.