Parte il governo di Friederich Merz in Germania e lo fa tra molte sfide e prospettive politiche complesse. L’esecutivo di coalizione tra la Cdu e la Spd dovrà porsi l’obiettivo di rilanciare l’economia di Berlino, mettere a terra il piano di investimento e riarmo, ridar linfa al sistema-Paese tedesco e rafforzare la capacità di leadership di Berlino in Europa. Merz si trova di fronte sfide e partite aperte di grande complessità.

In primo luogo, una definizione complessa e articolata delle sfide che Berlino deve affrontare in campo economico. Come rimettere in sesto l’industria colpita da anni di contrazione dell’output e dal calo dell’export? Come superare definitivamente la rottura col gas russo come mezzo di fornitura centrale per l’industria? E in che modo mettere a terra una risposta concreta al ridimensionamento di settori critici come l’automotive?

C’è poi il tema sensibile del riarmo. “La questione della svolta securitaria della Germania e del Vecchio Continente e del rilancio degli investimenti in Difesa è vista come la politica cruciale per rafforzare Berlino in Europa e l’Europa nel mondo”, nota Sky Insider, aggiungendo che l’asse propulsivo di questo processo per Merz dovrà essere l’asse Parigi-Berlino-Varsavia, come “motore della difesa e della sicurezza europea che unisca i nuovi investimenti tedeschi, la proiezione nucleare francese e l’avviata capacità operativa della Polonia è visto da Merz come l’obiettivo da conseguire per rilanciare il Vecchio Continente sul piano strategico”.

Infine, c’è la grande incognita dell’ultradestra di Afd, che emerge come primo partito d’opposizione nonostante la minaccia di messa al bando che un recente pronunciamento dei servizi segreti sulle sue affiliazioni estremistiche può abilitare. Riuscirà Merz a rispondere alle problematiche che hanno portato all’esplosione elettorale dell’ultradestra? La sfida è esiziale. E molti a Berlino pensano che questo esecutivo sia l’ultima chance per il Paese prima del definitivo dilagare dei sovranisti.