Da Istanbul 2022 a Istanbul 2025, il ritorno di Recep Tayyip Erdogan rimette in carreggiata i negoziati russo-ucraini? Il presidente turco ha annunciato che la maggior città del Paese tornerà a ospitare colloqui diretti tra Mosca e Kiev, facendo emergere in filigrana un ruolo di mediazione da parte di Ankara per accelerare la fine della guerra dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato conclusa la loro mediazione e si sono dedicati a puntellare Kiev con l’accordo minerario e nuove forniture d’armi.

Volodymyr Zelensky nella giornata dell’11 maggio ha annunciato di aver accettato l’offerta di Vladimir Putin per un negoziato diretto tra Mosca e Kiev a partire dal 15 maggio a Istanbul, sottolineando però di esser disposto a incontrare il leader del Cremlino direttamente. L’accelerazione del negoziato, nel caso, sarebbe quantomeno drastica se l’incontro si formalizzasse.

Finora, i colloqui Russia-Ucraina sono sempre stati mediati da terzi, come ricordato su InsideOver: “Nel 2022 prima il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, poi il premier israeliano Naftali Bennett e infine Recep Tayyip Erdogan provarono a muoversi nella direzione della mediazione. Solo Erdogan riuscì a strappare dei risultati, con l’accordo sul transito di grano nel Mar Nero garantito da Turchia e Nazioni Unite”.

In seguito, “nel 2023-2024 furono molte le iniziative politiche messe in campo, con Paesi come Cina, Brasile, Indonesia e Arabia Saudita che hanno promosso proposte di pace, il Qatar che ha mediato diversi scambi di prigionieri e il Vaticano, tramite l’inviato speciale cardinale Matteo Zuppi, che ha concesso a centinaia di bambini ucraini rapiti alle famiglie nei territori occupati dai russi di tornare in patria. Infine, nel 2025 Donald Trump ha promosso i più intensi ed energici negoziati”. La svolta sarebbe notevole, e al centro c’è sempre lui: Recep Tayyip Erdogan, il leader indispensabile del Medio Oriente, dell’Europa orientale e della Nato da cui passa ogni prospettiva di dialogo e mediazione. A capo di una Turchia che è sempre più centrale nell’agone internazionale.