La Romania ha votato e Nicosur Dan è stato eletto presidente, rappresentando la componente europeista e moderata della società del Paese e sconfiggendo George Simion, candidato nazionalista partito in vantaggio al ballottaggio di domenica 18 maggio. Un risultato importante quello del sindaco di Bucarest, insediatosi presidente nella giornata di lunedì 26 maggio come coronamento di una carriera che da professore di matematica e attivista anticorruzione l’ha visto scalare il Paese senza tessere di partito, ma con l’appoggio di una cordata di formazioni, tra cui l’Unione per la Salvezza della Romania (Usr) liberale e di centrodestra, che criticano il duopolio formato da Partito Socialdemocratico e Partito Nazional-Liberale sul fronte interno e della lotta alla corruzione senza venire meno alla loro vocazione aperta ai legami con la Nato e l’Unione Europea.
La missione del 55enne Dan non sarà facile. Il neo-presidente ha dichiarato a Politico.eu di voler portare la Romania ad esercitare un ruolo più “attivo” negli affari comunitari come leader di un Paese solido e rinnovato. “L’approccio analitico di Dan potrebbe rivelarsi prezioso in questi complessi negoziati, in un momento in cui l’Europa orientale sta diventando sempre più centrale nell’architettura di sicurezza europea”, ha commentato Elena Calistru, co-fondatrice e presidente di Funky Citizens, un’ONG civica di Bucarest.
Per Politico.eu molto dipenderà dalla capacità del neo-capo di Stato di costruire un governo stabile: “Dan ha dichiarato che collaborerà con i partiti filoeuropei in parlamento, sebbene il più grande tra loro – il Partito Socialdemocratico (PSD) – stia valutando se preferisca svolgere un ruolo di opposizione. Dan vuole nominare il rispettato presidente ad interim Ilie Bolojan come primo ministro e definire la sua priorità come la riduzione del deficit di bilancio del governo al 7,5% del PIL”.
Non sarà facile. Bucarest aspetta la normalità da diversi mesi, da quando a dicembre le prime presidenziali del 2024 furono annullate per presunte ingerenze russe a favore di Calin Georgescu, candidato nazionalista poi escluso che ha trasferito i suoi consensi a Simion. Il 46,5% di elettori che ha votato quest’ultimo al ballottaggio necessiterà di risposte per i timori e le sfide che hanno portato una fetta consistente di Paese a scegliere l’ultradestra. Non sarà facile per Dan ricucire il Paese. Ma è l’unico obiettivo sostenibile che può caratterizzare il suo mandato.