Quando il 6 giugno scorso Friederich Merz è arrivato alla Casa Bianca per incontrare Donald Trump il presidente Usa non ha potuto non tributare al cancelliere tedesco un’elevata dose di rispetto e stima. Il leader di Berlino è giunto alla Casa Bianca con le idee chiare nella sua prima visita oltre Atlantico e ha presentato, con tatto e forza, alla controparte americana la strategia della Germania.
Il leader della Cdu e il presidente repubblicano, su molti punti di vista, si somigliano. Innanzitutto, a loro modo sono entrambi conservatori: un popolare di destra Merz, un nazionalista populista Trump, entrambi hanno visioni nette su temi come identità, immigrazione, cultura occidentale. Inoltre, hanno entrambi una lunga carriera da uomini d’affari: finanziere e immobiliarista Trump, avvocato d’affari e alto dirigente di BlackRock Merz. Infine, Trump e Merz condividono un’idiosincrasia comune, quella per Angela Merkel e ciò che la sua Germania ha rappresentato per l’Europa e il mondo. La Cancelliera era lo spauracchio di Trump, che con lei si è scontrato nel primo mandato su dazi, commercio, difesa dell’Europa, ma è anche colei che ha rimandato di oltre vent’anni l’ascesa politica dell’attuale leader tedesco frenandone la carriera nell’Unione Cristiano-Democratica. Ragion per cui Merz intende imporre una svolta netta alla Germania: più investimenti, più autonomia per la difesa, più distacco dalla Russia, più protagonismo politico.
Nonostante le somiglianze, Trump e Merz incarnano anche due visioni nette dell’Occidente. Per il presidente Usa l’Occidente coincide con l’America in relazione gerarchica sovraordinata ai partner, specie i clientes europei. Merz invece è un multilateralista convinto. È disposto a far sì che l’Europa acquisti gas e armi americane ma nel quadro di una strategia di pari considerazione tra i due campi. Chiede agli Usa la responsabilità della leadership, soprattutto sull’Ucraina. Alla Casa Bianca, si è scritto su Sky Insider, “Merz ha optato per la scelta cautelativa di prendere le misure al presidente americano e per presentarsi come latore di messaggi distensivi e di apertura. Per la Germania la relazione con gli Usa resta centrale, e il cancelliere ha ben chiaro il fatto che molti fattori contribuiscono ancora a tenere distanti l’Europa e gli Usa, e sarà difficile risolverli sovrapponendo i piani. Per i Paesi europei sarà importante capire in che misura sui vari fronti (Ucraina, dazi, difesa) si potrà contare sull’asse transatlantico e quanto, invece, Trump intenderà spingere l’Europa a fare da sé”. Aprendo dunque all’ambizione tedesca di un rinnovato protagonismo a cui Merz non è disposto a rinunciare.