Mark Carney pensa a un futuro sempre meno dipendente dagli Usa per il suo Paese. Gli scenari.
«Non dovremo mai dimenticare le lezioni del tradimento americano», diceva il 29 aprile scorso, celebrando la vittoria elettorale del suo Partito Liberale, il premier canadese Mark Carney. L’ex governatore della Bank of Canada e della Bank of England, eletto premier poche settimane prima dalle primarie del suo partito sostituendo il predecessore Justin Trudeau, ha consolidato sulla scorta del dualismo col presidente statunitense Donald Trump la rimonta del suo partito contro i Conservatori, la vittoria elettorale e in generale l’intera sua agenda politica.
Ottawa deve affrontare un mutato clima securitario ed economico, è stata minacciata di dazi al 35% dal vicino meridionale, primo garante della sua indipendenza sul piano militare e principale mercato di riferimento, ma al tempo stesso sta facendo di necessità virtù. Un primo punto di partenza è stato l’avvio di un serio ragionamento sull’aggiornamento di norme ritenute ormai desuete e che frenano la competitività del Canada: il superamento delle corpose barriere interne che tuttora sussistono nel Paese.
Come riporta il New York Times, «le 10 province e i 3 territori del Canada hanno creato le proprie norme e normative che inibiscono il commercio interno e, nel complesso, sono considerati un ostacolo più grande delle barriere federali» e, in generale, «gli eonomisti concordano generalmente sul fatto che la piena apertura degli scambi commerciali in Canada sia una buona politica». Se da un lato «vi è un ampio consenso sul fatto che le vaste dimensioni del Paese, il suo mercato relativamente piccolo di 40 milioni di persone e la globalizzazione del settore manifatturiero impediscano che il Canada sostituisca il mercato statunitense per i prodotti canadesi in tempi breve», dall’altro i dazi di Trump permettono a Ottawa un aggiornamento della sua politica economica che a lungo il fatto di aver dato per scontati gli States ha impedito di elaborare.
Altri scenari interessanti sono quelli dell’energia e della Difesa. A fine giugno il Canada ha iniziato a esportare gas naturale liquefatto dalla costa del Pacifico verso l’Asia. A lungo, in nome dell’integrazione con Washington, Ottawa ha ritenuto più profittevole in passato vendere il gas agli Usa e contribuire al loro export. Ora Carney mira a sfidare gli Usa anche su questo ricco e promettente mercato, forte del ruolo del Paese come quinto produttore di oro blu al mondo.
En passant, sulla Difesa Ottawa amplia i rapporti con l’Europa e si parla di un avvio di negoziati per il procurement, storicamente appaltato a Washington, verso Paesi come Francia, Regno Unito e Germania. La nuova relazione transatlantica è quella Canada-Europa. E, passo dopo passo, Ottawa studia un parziale disaccoppiamento dal suo maggiore partner e patrono.