Un’opera strategica che può accelerare la connettività europea e chiamare Vienna a un atteggiamento chiaro sull’Ue

L’accelerazione dei cantieri per il tunnel del Brennero, di cui è stata completata la galleria di base che apre la strada al completamento dei lavori, lascia pensare che nei prossimi anni l’Europa potrebbe aver a disposizione un’infrastruttura dall’alto valore strategico. L’opera si può inserire appieno nel quadro delle reti del corridoio europeo di trasporto (TEN-T) Scandinavo-Mediterraneo, una somma di infrastrutture che è destinata a partire dalla Norvegia, passare dalla Svezia, transitare tra Malmoe e Copenaghen in Danimarca, scendere in Germania e Austria attraverso l’antica regione della Lotaringia e, tramite il Brennero, raggiungere l’Italia per toccare, in futuro, la Sicilia quando sarà costruito il Ponte sullo Stretto.

Le reti TEN-T, ricorda Ingenio, sono «corridoi multimodali per facilitare la realizzazione coordinata e integrativa tra rete centrale e rete globale. I corridoi multimodali devono attraversare almeno due frontiere e includere almeno tre modi di trasporto tra cui, laddove applicabile, le autostrade del mare.
Il Regolamento (UE) n. 1315/2013 indicò il 2030 come termine per il completamento della rete centrale (Core), il 2050 per la conclusione della rete globale (Comprehensive). L’Italia si trova in una posizione strategica essendo interessata da quattro dei nove corridoi della rete core TEN-T fondamentali per incrementare le connessioni fra i mercati europei».

Quello scandinavo-mediterraneo è destinato a plasmare una grande sfera geoeconomica di cui proprio quella che sarà la più lunga galleria ferroviaria del mondo è, in prospettiva, l’abilitatore, aprendo assieme ad altre opere complementari (si pensi al Terzo Valico) a una ramificata connessione tra il Mediterraneo e il Mare del Nord via centro Europa. Tale rete infrastrutturale è destinata anche a interrogare un Paese-chiave, l’Austria, sulla sua futura collocazione.

Vienna è oggi una capitale in perenne dualismo. Vive nel ricordo della Mitteleuropa e ha nel centro del suo antico impero i punti di riferimento delle sue alleanze economico-commerciali. Volta le spalle, non vede e non supporta i Paesi come l’Italia, a cui la legano le comuni radici latino-cattoliche, al punto tale da esser stata con l’Olanda la più tenace sostenitrice dell’austerità.

Neutrale, ha solo con riluttanza chiuso la porta al gas russo mentre il resto dell’Ue sopportava grandi costi per disaccoppiarsi da Mosca. Insomma, un Paese che ha fatto un gioco proprio e non sempre trasparente sarà chiamato a farsi pienamente europeo e a capire se il suo ruolo nel progetto comunitario sarà di perno o di freno.