Dal 1º agosto 2024 è in vigore la legge europea sull’intelligenza artificiale (AI Act), il primo regolamento al mondo pensato per garantire uno sviluppo etico, sicuro e competitivo dell’IA nell’Unione Europea. Approvato a fine 2023, il regolamento introduce un quadro unico basato sul rischio, distinguendo tra sistemi a rischio minimo, limitato, alto e inaccettabile.
In parallelo, il 10 ottobre 2025 l’Italia ha adottato la Legge n. 132/2025 che istituisce il quadro nazionale per l’AI e coordina l’attuazione dell’AI Act nel Paese. La norma definisce le autorità competenti (AgID e ACN), introduce regole di trasparenza per l’uso dell’AI nei luoghi di lavoro e istituisce fondi dedicati alle PMI e alle startup per lo sviluppo di tecnologie affidabili e sicure.
Nel suo recente intervento sulla competitività europea, Mario Draghi ha sottolineato la necessità di un’applicazione dell’AI Act che sia proporzionata e favorevole all’innovazione, proponendo una pausa temporanea per i sistemi ad alto rischio nei settori più sensibili. Ha, inoltre, richiamato l’urgenza di semplificare il GDPR (General Data Protection Regulation) per ridurre l’onere normativo e facilitare l’uso dei dati nell’addestramento dei modelli di AI.
Nei prossimi mesi Bruxelles dovrà decidere se accogliere la richiesta di Draghi di sospendere temporaneamente le norme per l’AI ad alto rischio e di alleggerire il GDPR, mentre proseguono le consultazioni pubbliche per la “Digital Omnibus” e altre riforme. A livello operativo, la Commissione deve pubblicare entro il 2 febbraio 2026 le linee guida sul monitoraggio post‑commercializzazione e dal 2 agosto 2026 saranno pienamente applicabili le restanti disposizioni dell’AI Act.